lunedì 26 maggio 2008

Le streghe della Val Camonica

« Signori miei, son stato in Valcamonicaper consultare le streghe di quel locose mi saprebbon di Turpin la cronicamostrar per forza d'incantato foco;una vecchiarda in volto malinconicarispose allor con un vocione roco:-Gnaffe, che sì tu lo vedrai di botto;entra qui tosto meco e non far motto »

(Teofilo Folengo, Orlandino, I, stanza 12)


Periodo precedente alla caccia alle streghe

Il cristianesimo, giunto in Valle Camonica già alla fine dell'Impero Romano si diffuse tra la popolazione in modo superficiale .

Nel 724 il re longobardo Liutprando proibisce con rigorose pene di adorare alberi e fontane, cercando di estirparle da tutti i luoghi del suo dominio; nel riguardo degli idolatri camuni usò invece clemenza, temendo una loro rivolta.Gli Statuti di Valle Camonica del 1498 punivano la sodomia e l'eresia diabolica con il rogo. Nel 1499 tre preti camuni: Martino Raimondi di Ossimo, Ermanno de Fostinibus di Breno, Donato de Buzolo di Paisco Loveno vengono condotti a Brescia in quanto accusati di recarsi in Tonale con l'olio santo e ostie consacrate per le messe nere e non somministravanol'estrema unzione. Gli studiosi confermano che in Valle Camonica vi era una forte degradazione del clero.

Prima persecuzione 1505-1510

Nel 1433 alcune lamie sono bruciate in Sudtirolo, nel 1460 streghe in Valtellina e il 9 dicembre 1485 l’inquisitore domenicano Antonio da Brescia aveva denunciato l’esistenza dell’eresia stregonica in Val Camonica al Senato veneziano[6].
Il
23 giugno 1505 presso Cemmo vi fu un rogo di 7 donne ed un 1 uomo [7]
Nel 1510 presso Edolo vi fu rogo di streghe, arse con l'accusa di aver arrecato siccità con i loro sortilegi.

Seconda persecuzione 15181521 La seconda persecuzione avviene con la riconquista della Valle Camonica da parte della Serenissima a seguito della pace di Noyon con la Francia.
Nei primi mesi de
1518 approdano in Valle e fissano la loro dimora nelle cinque pievi camune altrettanti inquisitori: don Bernardino de Grossis a Pisogne, don Giacomo de Gablani a Rogno, don Valerio de Boni a Breno, don Donato de Savallo a Cemmo e don Battista Capurione ad Edolo, tutti alle dipendenze del vescovo ed arcidiacono inquisitore Pietro Durante, i quali stabiliscono la sede del tribunale centrale a Cemmo.
Nel luglio 1518 vennero arse più di 60 streghe e 20 uomini. Subiscono la condanna a morte anche tre personaggi di spicco della società stregonesca: tale Agnese "capitana delle fattucchiere", messer Pasino "cancelliere del Tonale" e un tale anonimo che era il corriere del primo in Francia e Spagna.
Nel folklore popolare si tramanda che il Concilio di Trento avesse risolto il problema delle streghe, confinandole nel Pisgana: questa era una località tetra e impervia a monte di Ponte di Legno, che si trovava tra il Castellaccio ed il Pian di Neve.
Da lassù, si racconta, esse si facessero sentire con tuoni e lampi durante temporali particolarmente violenti.

Periodo seguente alla caccia alle streghe

A seguito della persecuzione contro le streghe si riporta che nel 1573, su 50 mila abitanti, solo 20 mila erano communicandi, molte donne si recavano in chiesa senza il velo sulla testa, vi era abuso di balli pubblici nelle giornate festive e non si pubblicavano i nomi degli inconfessi propter periculum sacerdotis.Per questo motivo tra il 24 agosto ed il 6 settembre del 1580 avviene in Valle la visita pastorale di San Carlo Borromeo, volta a rinvigorire la fede cattolica. In tutti questi secoli, fino alla Controriforma sono convissuti, assieme alla religione cattolica, una serie di culti ancestrali diffusi tra la popolazione. Un esempio tra tutti è il ricordo della processione che si teneva nel comune di Vione presso una pietra sacra con un buco tondo, dove la gente del luogo chiedeva la pioggia, invocando Santa Paola. Essa venne ditrutta su ordine diretto di San Carlo Borromeo dal prete locale Stefano Camadini nel 1580. Nella tradizione orale camuna ancora oggi permane la convinzione che a seguito del concilio tridentino non si senta più parlare di streghe.

Le streghe del Tonale Di particolare rilevanza sono le streghe del Tonale, in diverse leggende camune, e che si rifanno ad una matrice ancestrale e folklorica.
Il monte
Tonale si trova tra la Valle Camonica e la Val di Sole, nella Lombardia nord-orientale.
Si tramanda che su questo monte, durante mese di giugno, venissero praticati degli incontri tra streghe, i così detti
sabba.
Nel
1518 Carlo Miani, castellano di Breno e gentiluomo di Venezia scriveva al dott Zorzi:
« a Breno alcune donne tormentate confessarono di haver fatto morir homini infiniti mediante polvere avuta dal demonio, la quale sparsa in aria facea sorgere procelle e con essa una asserì d’aver ucciso 200 persone... »
(
1518, Carlo Miani, Lettera)



Allo stesso modo racconta di fanciulle che, spinte dalle loro stesse madri, disegnate delle croci a terra ci sputavano sopra urlando disgustose parole. Questo rito faceva apparire il demonio a cavallo che le scortava sulla vetta del

Tonale, sul quale prendevano parte a pantagruelici banchetti. In cambio del loro ripudio del cristianesimo ottenevano bellezza e giovinezza.Venne perfino stampato un libro dal titolo Le streghe del Tonale col quale si metteva in guardia il popolo da queste portatrici di disgrazie e di misfatti.

Un caso seicentesco: Caterina de Bèrs
Curiosa la storia di Caterina de Bèrs (Berzo), una giovane che sosteneva di essersi cibata per dodici anni della sola ostia consacrata: essa venne inizialmente venerata come santa dai compaesani.

Caterina, oriunda della famiglia Rossi di Poschiavo, ogni giorno vedeva démoni che la distraevano dalle sue orazioni; comunicava direttamente con Gesù Bambino, la Madonna, San Francesco e dopo la comunione entrava in estasi.
Il parroco del paese però le vieta la comunione quando scopre all'interno della sua bocca una "particola" di dubbia provenienza, ed avverte il
Sant'uffizio accusandola di ipocrisia. Il tribunale inquisitorio, esaminandola, notò che aveva segnati sulle spalle i caratteri J,V,K,M, che sparirono però il giorno seguente.
Caterina, sospettata anche di esser luterana in quanto con parenti a
Poschiavo, fu quindi condannata a 10 anni di prigione nel 1642, per affettata santità, con accuse riguardanti atti di insofferenza verso le autorità e violazioni alle regole della Chiesa.


la piramide dei bisogni di Maslow

giovedì 22 maggio 2008

Diritto e rituale



All'interno delle leggende, dei miti e dei dogmi trovano spazio le risoste ai problemi esistenziali della collettività.
mentre la reale spiegazione teologica a tali domande viene elaborata dai sacerdoti.
si può dunque individuare uno stretto legame tra valori scientifici, razionali e credenze pagane, irrazionali, astratte...
ma nella società tribale gli enigmi dell'universo vengono elaborati all'interno di complessi rituali che caratterizzano le relazioni sociali.
questi implicano la drammatizzazione delle relazioni morali del gruppo e i poteri mistici pervadono l'ordine etico.
ma perchè sono così importanti questi rituali?
essi fan si che emargano le tensioni, gli antagonismi e le dinamiche che caratterizzano il gruppo stesso.
questo elemento positivo non si riscontra nei mutamenti delle relazioni sociali poichè essi sono considerati come minacce dell'ordine naturale espressione di modificazioni nei rapporti interpersonali.
questo perchè il rituale è espressione di qualcosa che è, esiste e quindi assume un significato "salvifico", sacro, è un'espressione di presa di coscienza... mentre i mutamenti fanno paura quindi un rituale riguardante questi sarebbe espressione di disordine e disarmonia.
infine i rituali sono rappresentazioni ridotte dell'universo e le altre tribù si limitano a rappresentare il genere umano e perciò non sono ammesse ai rituali del popolo vicino...