venerdì 26 marzo 2010

Cesare Lombroso

http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/1/1c/Lombroso.JPG


Psichiatra, antropologo e criminologo del XIX secolo.
Cesare Lombroso nacque a Verona nel 1835. Incaricato di un corso sulle malattie mentali all'università di Pavia nel 1862, divenne in seguito (1871) direttore dell'ospedale psichiatrico di Pesaro e professore di igiene pubblica e medicina legale all'università di Torino (1876), di psichiatria (1896) e infine di antropologia criminale (1905).
Seguace e assertore del metodo positivistico, Lombroso compì studi di medicina sociale che costituiscono una delle fonti principali della legislazione sanitaria italiana.

Ma il suo nome resta legato soprattutto all'antropologia criminale, di cui è ritenuto il fondatore, insieme con la "scuola positiva del diritto penale".
Riallacciandosi alla dottrina di Galton, della criminalità innata e biologicamente condizionata, Lombroso sostenne che le condotte atipiche del delinquente o del genio sono condizionate, oltre che da componenti ambientali socioeconomiche (di cui non riconobbe però il vero peso), da fattori indipendenti dalla volontà, come l'ereditarietà e le malattie nervose, che diminuiscono la responsabilità del criminale in quanto questi è in primo luogo un malato.
La cresta occipitale interna del cranio, prima di raggiungere il grande foro occipitale, si divide talvolta in due rami laterali che circoscrivono una "fossetta cerebellare media o vormiense", che dà ricetto al verme del cervelletto.
Questa caratteristica anatomica del cranio è oggi chiamata fossetta di Lombroso: egli riteneva si trattasse di un carattere degenerativo più frequente negli alienati e nei delinquenti, che classificava in quattro categorie:

1. i criminali nati (caratterizzati da peculiarità anatomiche, fisiologiche e psicologiche),
2. i criminali alienati,
3. i criminali occasionali
4. i criminali professionali.


A Torino lo studio di Lombroso era presso la Facoltà di Medicina Legale, dove effettuò centinaia di autopsie sui corpi di criminali, prostitute e folli. Fondò poi il Museo di Antropologia Criminale di Torino, che raccoglie i materiali di tutte le sue ricerche (da cimeli a reperti biologici, da corpi di reato a disegni, da manoscritti a fotografie e strumenti scientifici).
Alla sua morte, avvenuta a Torino nel 1909, Lombroso volle che la sua salma fosse consegnata a questo museo così che il genero, divenuto nel frattempo suo assistente, vi potesse effettuare una regolare autopsia, esattamente come aveva sempre fatto lui sui corpi che gli venivano affidati. Lombroso intendeva così significare che la scienza e la morte ignorano le differenze sociali.
Attualmente il Museo di Antropologia Criminale non è visitabile, ma è in corso di definizione un progetto per la costituzione del Museo dell'Uomo.


venerdì 5 marzo 2010

Le posizioni esistenziali

Le posizioni esistenziali:


1. Io non sono ok, gli altri si.



Questa persona si sente inferiore agli altri e tenderà alla depressione; in effetti è ancora nella medesima posizione della sua primissima infanzia.


2. Io sono ok, gli altri no.


E' la persona che biasima gli altri per le sue miserie. Questa posizione è sorretta da odio anche se ben celato.


3. Io non sono ok, gli altri neppure.
Questa persona non ha alcun interesse nella vita. E' la posizione assunta da coloro che non hanno avuto attenzione nei primi mesi della loro vita e successivamente hanno ricevuto rimproveri e percosse, già a partire dal 2 anno di età.



4. Io sono ok, anche gli altri lo sono.

E' la persona che si piace e accetta gli altri come sono.



Esercizi con le posizioni esistenziali:


1. Nei confronti di se stessi:
- "Io, se mi metto, riesco a fare qualcosa di buono"= io sono ok, anche gli altri lo sono.
- "Non sono capace di fare niente"= io non sono ok, gli altri si.
- "Luigi è veramente in gamba, io, invece,
- "Non valgo nulla."= io non sono ok, gli altri si.
- "Io non merito di vivere"= io non sono ok, gli altri si.
- "Ce l'hanno tutti con me"= io sono ok, gli altri no.
- "Noi uomini siamo solo degli animali"= io non sono ok, gli altri neppure.

2. Nei confronti degli altri:
- "La gente è magnifica"= io non sono ok, gli altri si.
- "Se non ci fossi io questa famiglia andrebbe a rotoli"= io sono ok, gli altri no.
- "Tu che sei bravo, mi puoi dire come combattere la stitichezza?" =io non sono ok, gli altri si.
- "Cercano tutti di aprofittarsi di me"= io sono ok, gli altri no.
- "Nessuno merita la mia fiducia"= io sono ok, gli altri no.
- "Tutti in fondo hanno qualcosa di buono"=io sono ok e anche gli altri.