lunedì 1 dicembre 2008

La curva dell'oblio di Ebbinghaus

L'oblio (la dimenticanza) è un fenomeno strettamente legato al ricordo. Dopo aver appreso una qualunque informazione, abbiamo l'esigenza di consolidare la nozione acquisita al fine di renderla stabile per una eventuale futura riproduzione. Nel nostro cervello, in realtà, si realizzano delle trasformazioni del tutto involontarie. Possiamo rendercene immediatamente conto provando a ripetere oralmente questo argomento alla fine della lettura. Inevitabilmente avremo fatto delle diminuzioni o avremo modificato l'informazione in maniera qualitativamente diversa dall'originale. Questo processo di "potatura", del tutto naturale, dura diversi giorni. Una ripetizione dell'argomento a distanza di poche ore subisce, a volte, delle trasformazioni radicali, subendo in modo continuo e inesorabile dei tagli. Ebbinghaus, uno dei più autorevoli esponenti della psicologia sperimentale, riuscì a rappresentare graficamente la velocità con cui si dimentica. Dai suoi studi emersero dei dati sorprendenti Ebbinghaus imparò a memoria una lista di sillabe senza significato, in seguito controllò ad intervalli di tempo variabili di 20 minuti, 1 ora, 8 ore e trenta minuti, un giorno, due giorni, un mese in che misura era riuscito a ritenere le informazioni; disegnò, quindi, il suo grafico in base al numero di ripetizioni necessarie per riappenderle (metodo che va sotto il nome di metodo del risparmio). L'importanza della scelta delle sillabe da memorizzare è fondamentale, infatti esse rappresentano un materiale "neutro", perché non provocano associazioni mentali. Ebbinghaus realizzò, così, una funzione detta "CURVA DELL'OBLIO". Il grafico mostra una curva concava in alto che termina quasi orizzontale verso il basso.
Dimostrò che in genere si dimentica molto velocemente già dopo i primi minuti di apprendimento. L'oblio fortunatamente diminuisce più lentamente nel tempo e dopo una settimana si dimentica ad un ritmo 3 volte inferiore a quello dei primi 20 minuti. Il contenuto cosiddetto "mnestico" ha subito, inoltre delle deformazioni trasformandosi in qualcosa di semplificato, regolare e accentuato (ossia evidenziando certi particolari e certe differenze).

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