La memoria a breve-termine (MBT), anche chiamata memoria primaria o attiva, è quella parte di memoria che si ritiene capace di conservare una piccola quantità di informazione, quantificabile tra i 5 e i 9 elementi, come lettere o parole) per una durata di 20 secondi circa. Al contrario della memoria a lungo termine, nella quale è conservata una quantità pressocché infinita di informazioni.
Attualmente, al posto di memoria a breve termine, gli psicologi cognitivi preferiscono parlare di "working memory" o memoria di lavoro: facendo un paragone con l'informatica (o con l'architettura di un computer), la memoria di lavoro coincide con la cache, ovvero con quelle informazioni tenute altamente attive, su cui si sta effettivamente lavorando e che, a meno che non siano memorizzate in modo meno volatile, sono destinate ad andare perse dopo poche decine di secondi.
Le memorie a breve termine sono legate al fatto che un'esperienza viene mantenuta in un circuito formato da varie cellule cerebrali (neuroni) e dai loro prolungamenti, sotto forma di una blanda attività elettrica che continua a percorrere questo circuito diverse volte finché questa attività non stimola la formazione di contatti stabili tra cellula e cellula e in alcuni casi la produzione di sottili prolungamenti che "chiudono il circuito" in una catena di neuroni
MIGLIORARE LA MEMORIA DORMENDO:
Per questa ricerca è stato chiesto ad due gruppi di persone di memorizzare alcune parole. Un gruppo è rimasta sveglio, mentre è stato permesso al secondo gruppo di dormire per un massimo di sei minuti.
Un’ora dopo è stato eseguito un test di memoria. Il gruppo che ha potuto dormire ha punteggi migliori.
Anche se il risultato finale è un po’ intuitivo, una mente riposata ricorda meglio, la ricerca è interessante perché mostra come i meccanismi che legano il sonno alla memoria non richiedono necessariamente il sonno profondo per entrare in azione.
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